OBIETTIVI
Lo scorso novembre con la Legge 190, il Governo ha richiesto alla Pubblica Amministrazione degli importanti passi in tema di prevenzione dei reati di corruzione, partendo dalla predisposizione di un Piano ad hoc, dalla nomina di un Responsabile chiamato a vigilare sul funzionamento e sull'osservanza dello stesso. Pochi giorni fa (settembre 2013) la Civit, Autorità Nazionale Anticorruzione, ha approvato in via definitiva il Piano Nazionale Anticorruzione chiarendo alcune questioni circa i contenuti minimi dei piani triennali e l’aggiornamento annuale del Piano.
Il tema della prevenzione della corruzione e del Risk Management in Sanità è diventato, finalmente, di strettissima attualità. Nella Sanità Pubblica, alcune Aziende hanno già presentato degli accurati Piani di prevenzione. Recentemente la Regione Lazio si è spinta oltre ed ha chiesto la tempestiva nomina del Responsabile Anticorruzione, descrivendone il profilo, ha chiesto l’Adozione di un preciso Codice Etico di comportamento nelle more dell’assunzione di un proprio e completo modello organizzativo di cui al D. Lgs. n. 231/2001 entro la fine dell’anno 2014. Nella Sanità privata, in Lombardia, come in altre Regioni italiane (Abruzzo, Calabria), obbligatoria e centrale nella strategia dei sistemi di valutazione ai fini dell’accreditamento (anche per le RSA) risulta la compliance 231/01 con l’adozione dei relativi Modelli e Codici. Siamo già oltre gli standard Joint Commission che erano intervenuti sui temi della remunerazione dei medici, dell’appropriatezza delle cartelle cliniche, delle schede di dimissione. Il ‘Modello Organizzativo’ come il ‘ Piano di Prevenzione Anticorruzione’ di una struttura sanitaria non possono esaurirsi nel processo di auditing clinico; si estende a tutte le aree aziendali: contabilità, amministrazione, sicurezza e salute sul lavoro. Le diverse strutture sanitarie che sono impegnate anche nella ricerca (come IRCCS) o nella formazione (come erogatrici di corsi) devono attrezzarsi a prevenire altri reati come la malversazione ai danni dello Stato, i crimini informatici, ecc. Il corso si propone di approfondire i temi della predisposizione dei Piani Anticorruzione e della corretta applicazione dei Modelli Organizzativi nella strutture sanitarie e della loro armonizzazione con i sistemi qualitativi, i piani di organizzazione aziendale e i codici etici al fine di consentire la previsione di eventuali rischi di reato, l’organizzazione di efficaci sistemi di controllo ed il disegno di piani formativi efficaci. PROGRAMMA
La Legge 190/12
La nozione di ‘corruzione’. La predisposizione ed i contenuti del Piano Anticorruzione: l’individuazione delle attività a rischio; la previsione dei meccanismi di formazione, attuazione e controllo delle decisioni; la nomina del Responsabile. La denuncia della violazione e delle condotte corruttive ai sensi della d.lg.. 165/01. La Civit e l’approvazione del Piano Nazionale Anticorruzione (11/9/2013): chiarimenti su contenuti minimi dei piani triennali e loro aggiornamento annuale I settori e le attività a rischio Corruzione in Sanità Le aree di rischio da monitorare: concessioni, autorizzazioni ed erogazioni di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili; gare; concorsi; controllo presenze; manutenzioni edifici; incompatibilità, conflitto d’interessi e retribuzione dei dipendenti. Il disegno del Piano Anticorruzione in Sanità Le prime esperienze: Asl Bari, Asl Napoli 3, Istituti Clinici di Perfezionamento, Asl Alessandria, Asl Bassano del Grappa. Le misure di legalità: i regolamenti da introdurre. Le misure per ottemperare gli obblighi di trasparenza. I compiti di dipendenti e dirigenti D.lgs.231/01 e le strutture sanitarie. Lombardia ed altre Regioni La responsabilità delle aziende per i reati commessi nel suo interesse o a suo vantaggio (d.lgs. 231/2001). L’adeguamento da parte delle strutture sanitarie pubbliche e soprattutto private alla normativa 231/01. La delibera della Regione Lombardia (giugno 2012) in tema accreditamento delle strutture socio-sanitarie. L’accreditamento in altre Regioni (Abruzzo, Calabria….) L’analisi dei rischi nelle strutture sanitarie Ricognizione dei processi operativi sensibili tipici del settore sanitario. Le peculiarità del Rischio Clinico. I rischi legati all’attività di Ricerca (fund raising; gestione di donazioni e atti di liberalità; utilizzo dei farmaci; rapporti con le aziende sponsor) e di Formazione. Rischi inerenti all’Amministrazione, Sicurezza e Salute sul Lavoro. La cartella clinica ed il fascicolo socio-assistenziale e sanitario: la responsabilità dei Primari. Il Modello Organizzativo Parte generale, Parti speciali. I principi di controllo per i vari processi sensibili. La prevenzione dei reati di corruzione e di truffa ai danni del Servizio Sanitario Regionale. I modelli organizzativi nei Gruppi di Società. Il ruolo, le funzioni, i poteri e le responsabilità dell’Organismo di Vigilanza. Il ruolo, le funzioni, i poteri e le responsabilità dell’Organismo di Vigilanza. Il ruolo della Formazione. L’integrazione dei sistemi : piano anticorruzione, codice etico, piani di organizzazione aziendale, sistemi qualità e ‘Modello 231’. DESTINATARI
Strutture Socio-Sanitarie, RSA, Asl, Aziende Ospedaliere, Case di Cura, Irccs : Direzione Generale, Consiglio di Amministrazione, Ufficio Legale, Responsabile Anticorruzione, Organismo di Vigilanza 231/01, Internal Audit. Liberi Professionisti
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